L'Aeroporto di Nessundove, Esercizio per far funzionare il cervello

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Christal
view post Posted on 27/3/2014, 10:16




Ok, per chi si collegherà prossimamente a questa discussione (cosa improbabile), sappiate che è un esercizio tra me e Alethè per "rimetterci in forma" e affinare il nostro stile.
Si configura come un botta e risposta stile gdr, o gara di scrittura.
In ogni caso, buona lettura.

Tema: ...di passaggio per un aeroporto.
Genere: quello che ci pare
Protagonisti: Christal e Alethé

Pronti,
partenza.

Via!
 
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Alethè
view post Posted on 27/3/2014, 10:31




Erano le quattro del mattino: il piccolo aeroporto di Nessundove, ancora immerso nella nebbia autunnale, riapriva i battenti. Il personale delle pulizie faceva alzare i pochi passeggeri costretti a trascorrere la notte nella zona di transito, i negozi duty-free alzavano le serrande. Sulla pista, decine di uomini in divisa arancione spruzzavano liquido anti-congelamento sugli aerei e camioncini scalcagnati si affaccendavano da un terminal all'altro.
Alethè era di quelli che avevano trascorso la notte all'addiaccio, scomodamente sdraiati sulle poltroncine della sala d'aspetto, in attesa di uno dei primi voli della mattinata. Tra gli altri sfortunati passeggeri c'erano un marmocchio con il suo "Candy Crash Saga" a tutto volume, un giapponese austero e probabilmente mummificato, una coppia attempata di poche parole, un businessman che riceveva chiamate da Singapore, Taiwan, New York e Mosca in base al fuso orario locale.


Edited by Christal - 27/3/2014, 11:22
 
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Christal
view post Posted on 27/3/2014, 10:49




Gli addetti al check-in cominciavano a prendere posto e ad aprire le proprie postazioni, pronti per ricevere i passeggeri diretti a Bangkok con il volo delle 4:30.
L'insegna della compagnia aerea araba cominciò a brillare, e l'anziana coppia si alzò scricchiolante, trascinando i bagagli a mano fino alle porte scorrevoli.
Alethé li seguì con lo sguardo per alcuni istanti, osservando i gesti lenti con cui mostravano alle hostess i documenti, per poi abbandonarli non appena superarono le porte scorrevoli che si chiusero alle loro spalle.
L'aeroporto restava immerso in un silenzio ovattato, interrotto solo dai piccoli rumori del risveglio e dalle voci assonnate di un gruppetto di nuovi arrivati.
In fila verso il metal detector vi erano tre ragazzotti dall'aria spaesata, reduci forse da un lungo viaggio in pullman, o più probabilmente da una notte troppo lunga passata al pub; e una ragazza mora dallo sbadiglio facile, che si muoveva velocemente, con l'unico desiderio di sedersi su una poltroncina e schiacciare un pisolino fino al momento dell'imbarco.
Infatti Christal superò i controlli e si diresse rapida verso la fila di poltroncine in cui si trovava Alethè e le si sedette poco distante.


Edited by Christal - 27/3/2014, 11:23
 
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Alethè
view post Posted on 27/3/2014, 11:04




Christal aveva una borsa sformata sulla spalla destra, una tazza di pessimo caffè americano nella mano sinistra e i documenti che aveva dovuto esibire attraversando il metal detector tra i denti. Le ci vollero alcuni minuti per accomodarsi, e ne farlo urtò il giapponese - che aprì gli occhi e sorrise; un sorriso trascendentale che attraversava la ragazza senza vederla - e incespicò sul businessman.
Il rumore della trolley sulle piastrelle riscosse Alethè, che sbattè le palpebre; la testa ciondolante, e strinse al petto una sacca di tela multicolore.
Al volo per Dubai seguì un diretto per Amsterdam. Gli aerei lasciavano Nessundove in silenzio, il rombo dei motori ovattato dalla nebbia e dagli spessi vetri della sala d'attesa. Nuovi passeggeri arrivavano alla spicciolata e si confondevano con gli altri: un gruppo di cinesi con macchine fotografiche al collo e magliette Disney, un ometto in verde con orecchie a punta, un centauro barbuto, con due bisacce legate alla sella. Uno degli agenti aeroportuali sosteneva che avesse fatto una scenata al metal-detector: avevano dovuto togliere i ferri dagli zoccoli.


Edited by Christal - 27/3/2014, 11:22
 
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Christal
view post Posted on 27/3/2014, 11:21




Il centauro si mosse goffamente tra i passeggeri in attesa, cercando di farsi spazio verso un angolino dove avrebbe potuto mettersi comodo e mangiucchiare qualche zolletta di zucchero.
Il giapponese ritrasse rapidamente le gambe al suo passaggio, abbracciando le proprie ginocchia, ma Christal non fu così fortunata e l'enorme creatura la urtò con tutta la sua mole. Il caffè stretto tra le dita della giovane compì un arco alto, che quasi fece sperare ai presenti che non sarebbe mai ricaduto a terra.
Alethè assistette alla scena come se si trattasse di un video in slow-motion, e seguì con gli occhi chiari l'inutile tentativo del centauro di afferrare la tazza e il percorso della staffa fino ai suoi piedi.
Gli schizzi la colpirono, inondando con un'onda nera e calda i jeans che indossava. Christal non fu più fortunata, anzi, si ritrovò l'orlo della gonna inzuppato e il polpaccio scoperto arrossato.
"Mi spiace tanto!" esclamò il centauro, con una voce ciarliera, poco adatta a una creatura della sua stazza. Cercò di voltarsi, e aiutare le due ragazze, seminando però il panico negli altri viaggiatori; borse, bottiglie e ogni oggetto caro venne rapidamente fatto scomparire sotto le poltroncine, ben distante dai suoi zoccoli sferrati.
"Non si preoccupi..." cercò di calmarlo Christal, "Ora chiamiamo un'inserviente che ci aiuti."
Si avvicinò un piccolo omino dorato, fasciato in una divisa grigio antracite, e uno spazzolone nella mano.
"Chi ha combinato questo macello?" sogghignò, fissando prima le giovani e poi il centauro. "Forza giovincelle, ci penso io. Voi andate a darvi una bella ripulita".


 
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Alethè
view post Posted on 27/3/2014, 11:32




Il centauro offrì a Christal di ripagare il caffè, e Alethè pretese un tè verde. La creatura partì al galoppo, contando gli spiccioli. Le due giovani superarono un'orda di ghoul e entrarono nel bagno delle signore. Una ella donna umettava le proprie gambe con pezzi di carta igienica bagnata: vedendo entrare Alethè e Christal si interruppe, imbarazzata. Subito dalla pelle cominciarono a emergere scaglie verdastre.
"Continui pure, la prego." la rassicurò Alethè. Apppoggiò lo zaino sotto il lavandino, lo aprì e ne estrasse un sacco a pelo, un orrendo maglione a righe, un paio di calze arrotolate e, infine, dei leggina neri.
"Mi curate la borsa?" chiese alla sirena.
"Ma certo."
Senza nemmeno aspettare la risposta, Alethè chiuse la porta della toilette alle proprie spalle.
Christal, intanto, tentava invano di rimuovere la macchia dalla maglietta usando il sapone per le mani. Le si affiancò una signora coreana.
"Io togliere macchie di caffè con tapioca." la informò cordialmente.
 
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Christal
view post Posted on 27/3/2014, 11:46




"Ne ha un po'?" domandò la ragazza, gli occhi brillanti di aspettativa, "Mi farebbe un grande favore."
La donna annuì e cominciò a scavare nella propria borsa - e nel frattempo cominciò a snocciolare rimedi per qualunque tipo di situazione.
"Per borse sotto occhi, mango. Bello maturo. Va bene anche per lucidare scarpe." poi si rivolse alla sirena "Alga Nori sarebbe perfetta per te."
La sirenetta la fissò sbalordita, poi si erse sulla propria pinna e saltellò indignata fuori dalla toilette cercando rifugio lontano da quella strega decisa a trasformarla in sushi.
"Ho detto qualcosa?" domandò la strega, estraendo finalmente dalla borsa una specie di radice essiccata, ormai simile a un gessetto consunto.
Lo passò un poco sotto l'acqua corrente, poi cominciò a strofinare con vigore la macchia, producendo una sorprendente schiuma bianca. Quando si considerò soddisfatta risciacquò e mostrò il risultato a Christal.
"Eccezionale!" esclamò la giovane, indossando il capo ancora bagnato.
"Serva anche a tua amica?" domandò osservando Alethé uscire dal bagno con i jeans sporchi tra le mani.
"No grazie, sono a posto." rispose Alethé ficcando con malagrazia i pantaloni nella borsa.
"Funziona alla grande." disse Christal mostrandole la propria maglia.
"Tieni, regalo." concluse la donna, mettendo in mano a Christal la tapioca, per poi chiudersi in bagno con una certa soddisfazione.
"Andiamo a prenderci il nostro tè?" chiese Alethé.
Insieme uscirono dal bagno e raggiunsero il centauro nei pressi del bar.
Le aspettava seduto in disparte, lontano dagli altri passeggeri, che ancora lo fissavano.
"Non faccia cadere anche quelli." lo canzonò il piccolo inserviente, sventolando lo scopettone, ma sorridendo bonario.

 
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Alethè
view post Posted on 3/4/2014, 11:08




More difficult: Da oggi ogni post dovrà essere scritto con lo stile deciso dal precedente. :)
Parto con stile DRAMMATICO.


Poco lontano dal trio, due donne grondavano acqua putrescente, di palude. I loro capelli pregni di muffa e rami secchi e torba affogata coprivano il pavimento come una pozza scura. Intingevano un frollino in un liquido nero d'incubo, coprendo il viso dalla luce delle lampade al neon.
Nessuno osava avvicinarsi alle banshee, o incontrarne lo sguardo. Si vociferava che un inserviente avesse perso la vita, quando aveva tentato di ripulire la melma che si era addensata sotto il tavolino del locale.
Nonostante il loro aspetto ripugnante, la voce delle banche era suadente, roca ma melodiosa: come se le donne l'avessero rovinata gridando da un lato all'altro della nebbia, che soffocava ogni suono.
"Presto arriverà." disse la prima, "Lo sento nell'elettricità, nel ticchettio degli orologi."
"Vorrei che il sole non sorgesse mai sopra le nubi." sospirò l'altra, "Vorrei una notte eterna, riempita da suono delle cose che cambiano lentamente, e dal tonfo di quelle che muoiono."
"Il tanfo della decomposizione." annuì con piacere, "Non questo odore di disinfettante, vita che si affanna, ospedale da viaggio."
Pochi secondi dopo, il tabellone delle partenze indicò l'apertura del gate per Edimburgo. Le banshee, che l'avevano percepito in grande anticipo guardando i loro biglietti illeggibili, erano già in coda di fronte alla hostess.
"Mi dispiace, signora," disse la hostess, "Non sono previste turbolenze."


Invito Christal a proseguire con stile GIALLO. :P
 
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7 replies since 27/3/2014, 10:16   47 views
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